{"id":1093,"date":"2010-10-27T23:05:11","date_gmt":"2010-10-27T21:05:11","guid":{"rendered":"http:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=1093"},"modified":"2010-10-27T23:05:11","modified_gmt":"2010-10-27T21:05:11","slug":"mercenari-vivere-senza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2010\/10\/27\/mercenari-vivere-senza\/","title":{"rendered":"Mercenari, vivere senza?"},"content":{"rendered":"
Nei giorni scorsi il New York Times<\/strong> ha pubblicato – con altre testate – una nuova ondata di documenti segreti diffusi da WikiLeaks, uno dei “capitoli” delle rivelazioni riguardava il caos aggiunto al caos (iracheno) da parte dei security contractor, quelli che – quando ancora non si abusava di termini inglesi – avremmo chiamato (senza offesa) mercenari, un po’ come avremmo chiamato prostitute\u00a0le escort di Palazzo Grazioli . Il quotidiano newyorkese ha accompagnato a quell’articolo una galleria fotografica (qui<\/a> – attenzione non \u00e8 per chi ha lo stomaco debole). A parte quella sul linciaggio di Falluja, uno degli episodi di svolta in Iraq all’inizio dell’escalation violenta, mi ha molto colpito la foto dei due security contractor che corrono sul tetto di un edificio sotto attacco, con indosso i loro gadget bellici “blackhawk” e cappelli da baseball al posto degli elmetti, mentre una squadra di fanti americani, con la divisa d’ordinanza, resta al coperto e non spara un colpo.<\/p>\n I mercenari sono cos\u00ec. <\/strong>Ex-militari, in prevalenza, che finita la carriera in divisa continuano a combattere magari per pagarsi un mutuo o un divorzio o semplicemente perch\u00e8 non ne possono fare a meno, per giunta sentendosi liberi da quelle regole d’ingaggio o regole e basta (vedi quelle sugli elmetti che in realt\u00e0 proteggono da nulla ma che bisogna indossare lo stesso) che hanno mal sopportato per troppo a lungo. Se l’idea di Karzai<\/strong> \u00e8 giusta sul piano del principio, \u00e8 un’idea impraticabile. Non c’\u00e8 una sola assicurazione al mondo che darebbe copertura, per esempio, ad i cooperanti di un’organizzazione non governativa oppure ai consulenti stranieri di un certo progetto di ricostruzione se li sapesse protetti da militari o poliziotti afghani. Troppo corrotti, troppo infiltrati dalla guerriglia, troppo pochi e troppo poco preparati. Eppure Karzai sta facendo sul serio. Nell’ultimo fine settimana l’ha chiamato persino Hillary Clinton per farlo desistere dalla sua idea. Nel frattempo una decina di societ\u00e0 sono gi\u00e0 state chiuse, per lo pi\u00f9 sulla base di irregolarit\u00e0 varie…inclusa la Xe, ovvero la famigerata ex-Blackwater. Il presidente non pu\u00f2 perdere la faccia un’altra volta facendo marcia indietro, inoltre – dopo il caso delle bustarelle iraniane – ha un motivo in pi\u00f9 per continuare sulla linea anti-occidentale degli ultimi mesi. Gli unici spiragli aperti sono: la richiesta, arrivata pochi giorni fa, da parte del presidente di avere una lista di progetti per i quali \u00e8 indispensabile la protezione e – notizia di oggi – la possibilit\u00e0 di spostare di due mesi la data di chiusura delle societ\u00e0 di sicurezza private. Intanto le sedi diplomatiche e le basi militari erano gi\u00e0 state “esentate” dal bando.<\/p>\n Personalmente, non ho mai viaggiato con una scorta privata in Afghanistan<\/strong>, anche in situazioni al limite, perch\u00e8 sono foriere di problemi e ti fanno apparire come quello che in effetti sei, un bersaglio. Spesso vedo colleghi statunitensi e britannici imbarcasi fuori dalla mura dei loro compound a bordo di suv blindati con guardie armate, magari per andare a fare un’intervista alla Kabul Bank. Non giudico. E’ il loro modo di lavorare, se chiudesse la societ\u00e0 che li scorta sarebbe impossibile per loro continuare ad andare in giro. Ed \u00e8 solo un piccolo esempio ma ce ne sono anche di pi\u00f9 grandi: sarebbe impossibile per l’ambasciata americana proteggere il proprio edificio e il proprio personale perch\u00e8 non ci sarebbero militari americani a sufficienza per prendere il posto dei mercenari (a proposito, quelli che organizzavano festini a luci rosse nell’ambasciata sono stati da tempo sostituiti). Sarebbe impossibile consegnare i rifornimenti per tutte le basi operative avanzate dei militari stranieri nel Paese, mica roba da poco. In Afghanistan <\/strong>ci sono 37 societ\u00e0 del genere, 17 completamente afghane. Danno lavoro a 40mila persone. C’\u00e8 il rischio che una parte di loro possa passare ai talebani in cerca di lavoro, se venissero licenziati. Inoltre il problema di fondo \u00e8 la privatizzazione della guerra; anche quella ormai non la fa pi\u00f9 il settore pubblico ma la d\u00e0 in outsourcing se si considera che in Afghanistan ci sono pi\u00f9 contractor<\/a> per le forze armate americane (non solo mercenari ma anche addetti alle mense o alla logistica per esempio) che miltari di Washington. Come andr\u00e0 a finire questa vicenda? <\/strong>Magari Karzai far\u00e0 marcia indietro e il mio amico ex-par\u00e0 avr\u00e0 ragione, non perder\u00e0 il suo posto di lavoro e potr\u00e0 pagare le rate del bar che sta comprando da qualche parte nel Regno Unito.\u00a0E’ strano ma in Afghanistan\u00a0si sa sempre cosa sia giusto fare che si tratti di sostituire l’oppio con lo zafferano o di aumentare il livello di istruzione di base, eppure sembra sempre impossibile farlo. Lasciata da parte la prospettiva di una pace imminente che ci consentirebbe di vivere senza bisogno di armi, nell’attesa l’Afghanistan riuscir\u00e0 a vivere almeno senza mercenari?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Nei giorni scorsi il New York Times ha pubblicato – con altre testate – una nuova ondata di documenti segreti diffusi da WikiLeaks, uno dei “capitoli” delle rivelazioni riguardava il caos aggiunto al caos (iracheno) da parte dei security contractor, quelli che – quando ancora non si abusava di termini inglesi – avremmo chiamato (senza […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":[],"categories":[21],"tags":[110,262,407,408,566,849,1005,1015,1173,1288,1349,1485,1547,1695,1749,1860],"yoast_head":"\n
\nPoco tempo fa parlavo con un amico “contractor” a Kabul, un ex-par\u00e0 dell’esercito inglese di cui alle spalle si dice che non sopravviver\u00e0 a lungo, si sta facendo troppi nemici tra gli afghani…L’amico mi dice: “il bando di Karzai? roba elettorale…passer\u00e0”. E invece sta andando diversamente.
\nMa partiamo dall’inizio, Karzai di punto in bianco decide alla fine dell’estate, con il decreto 62, che entro il 17 dicembre le societ\u00e0 di sicurezza private dovranno chiudere, il loro posto verr\u00e0 preso da polizia ed esercito nazionali.<\/p>\n
\nKarzai ha ragione, anche se in Afghanistan non ci sono, sin’ora, stati episodi come quelli iracheni con il coinvolgimento di guardie private, meno “hired guns” ci sono in giro e meglio \u00e8, com’\u00e8 vero che con gli stessi soldi si potrebbe investire nelle forze di sicurezza locali. Il punto resta per\u00f2 non la ragione ma l’irrealizzabilit\u00e0 del progetto.<\/p>\n
\nSecurity contractor sulla cui selezione, il governo non pu\u00f2 fare nulla visto che, semplicemente, mette sotto contratto le societ\u00e0 che li assumono e compra un pacchetto completo. L’Afghanistan, poi, in fatto di privatizzazione della guerra \u00e8 stato un paese all’avanguardia quando ha “inventato” una generazione di warlords, di signori della guerra con le loro milizie private. E questa storia della cancellazione dei security contractor sembra davvero una beffa del destino.<\/p>\n