{"id":1055,"date":"2010-10-18T22:24:31","date_gmt":"2010-10-18T20:24:31","guid":{"rendered":"http:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=1055"},"modified":"2010-10-18T22:24:31","modified_gmt":"2010-10-18T20:24:31","slug":"duecento-attacchi-in-sei-mesi-almeno-uno-al-giorno","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2010\/10\/18\/duecento-attacchi-in-sei-mesi-almeno-uno-al-giorno\/","title":{"rendered":"Duecento attacchi in sei mesi, almeno uno al giorno"},"content":{"rendered":"
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Passaggio di consegne ad Herat (foto ufficio Pio Rc-West)<\/figcaption><\/figure>\n

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E’ stato un passaggio di consegne tra alpini, quello di Herat.<\/strong> Da oggi la regione ovest della missione Isaf, quella a comando italiana, \u00e8 “affidata” alla Brigata Julia, che purtroppo ha gi\u00e0 perso quattro uomini, pochi giorni fa in Gulistan, dispiegati per coprire la nuova task force south-east, in una sorta di “anticipo” dello schieramento odierno. La Taurinense lascia dopo sei mesi durissimi, impegnata nel semestre caldo meteorologicamente che \u00e8 poi quello pi\u00f9 “caldo” anche in termini di combattimenti, vecchia regola quasi mai smentita in Afghanistan. Gli alpini della Taurinense hanno subito duecento attacchi, pi\u00f9 di uno al giorno, sessantuno gli ordini neutralizzati ma che altri cinque sono esplosi e hanno ucciso in due occasioni. “La minaccia \u00e8 stata neutralizzata” in diverse occasioni, che tradotto dal glaciale gergo militare significa che sono stati uccisi un numero imprecisato (perch\u00e8 non reso noto) di ribelli. Nei sei mesi peggiori di sempre per la missione italiana in Afghanistan, sono dieci i nostri soldati uccisi. Purtroppo una triste e matematica conferma dell’andamento di tutta la missione Isaf che nel 2010 ha perso pi\u00f9 uomini che mai. Di seguito il comunicato finale sulla missione diffuso oggi dal Maggiore Mario Renna:<\/p>\n

HERAT, Afghanistan (18 ottobre) \u2013\u00a0La brigata alpina Julia ha assunto oggi la guida per i prossimi sei mesi del Regional Command West, il comando NATO responsabile per la regione occidentale dell\u2019Afghanistan forte di oltre 7000 militari di undici nazioni, tra cui 3.600 italiani, met\u00e0 dei quali fanno parte del corpo degli Alpini.<\/em> Il generale Marcello Bellacicco ha ricevuto oggi la bandiera della NATO dalle mani del generale Claudio Berto, comandante della Taurinense, alla presenza del Sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto e del comandante dell\u2019ISAF Joint Command, il generale statunitense David Rodriguez.<\/em> Nel periodo tra aprile e ottobre di quest\u2019anno il contingente internazionale guidato dal generale Claudio Berto ha operato su un\u2019area grande quanto l\u2019Italia del nord, popolata da circa 3 milioni di persone, con molti risultati di rilevo all\u2019attivo: zone un tempo terreno d\u2019azione dagli insorti oggi pacificate e ripopolate, centinaia di progetti di sviluppo realizzati, migliaia di poliziotti e soldati afgani addestrati, centinaia di ordigni disinnescati dal genio.<\/em><\/p>\n

Le operazioni sono state condotte in collaborazione con le forze di sicurezza locali secondo un approccio italiano che ha visto mettere la popolazione afgana\u00a0\u00a0al centro degli sforzi, coinvolgere le comunit\u00e0 e i leader locali nell\u2019affrontare i problemi legati alla sicurezza e allo sviluppo, realizzare i progetti di ricostruzione tramite risorse locali, usare flessibilit\u00e0 senza rinunciare ad essere determinati, adoperare le armi solo se attaccati e quando necessario.<\/em> A nord, a Bala Murghab il 2\u00b0 reggimento Alpini, insieme a forze statunitensi e afgane, \u00e8 stato protagonista della costruzione di una \u2018bolla di sicurezza\u2019 di 20 km di estensione che ha difeso da attacchi esterni mediante un sistema di capisaldi e trincee, consentendo il ritorno alla normalit\u00e0 per 8000 persone fuggite a causa degli insorti.<\/em> Parallelamente, all\u2019interno della \u2018bolla\u2019 \u00e8 stato lanciato un programma internazionale di aiuti a sostegno della popolazione, che ha risposto con favore al nuovo corso, facendo tra l\u2019altro registrare alle elezioni politiche dello scorso 18 settembre uno dei tassi di affluenza pi\u00f9 elevati della provincia.<\/em> Al centro e a sud del\u2019area di responsabilit\u00e0, le unit\u00e0 del Regional Command West hanno operato a fianco delle forze di sicurezza afgane per estendere il raggio d\u2019azione del governo, in particolare nei distretti remoti delle provincie di Herat e Farah. Il 3\u00b0, il 7\u00b0 e il 9\u00b0 reggimento Alpini hanno prodotto insieme alla polizia e all\u2019esercito di Kabul uno sforzo puntuale e costante per contrastare la presenza degli insorti e proteggere la popolazione. Gli specialisti del genio hanno neutralizzato e distrutto centinaia di ordigni, spesso segnalati dalla popolazione afgana alle forze di polizia locali.<\/em><\/p>\n

Nei sei mesi del mandato della Taurinense alla guida di RC-W, i quattro PRT presenti nelle province occidentali di Badghis, Farah, Ghowr ed Herat hanno condotto 384 progetti a breve e medio termine che sono stati integrati nei piani di sviluppo delle autorit\u00e0 governative locali. Di speciale importanza \u00e8 stato l\u2019impegno nel sostenere i programmi governativi di reintegrazione di ex-combattenti nelle comunit\u00e0 di provenienza, che stanno coinvolgendo decine di insorti orientati a deporre le armi.<\/em> In particolare, il PRT Italiano di Herat ha condotto oltre 130 progetti per un totale di 18 milioni di Euro nei settori dell\u2019istruzione, della sanit\u00e0, delle comunicazioni e dello sviluppo socio-economico della provincia, triplicando il budget del Ministero della Difesa mediante l\u2019accesso a fondi esteri.<\/em><\/p>\n

Sul fronte dell\u2019addestramento e della preparazione delle forze di sicurezza afgane, i Carabinieri hanno lavorato intensamente ed efficacemente brevettando oltre 4000 reclute dell\u2019Afghan Civil Order Police, la polizia afgana con caratteristiche spiccatamente militari addestrata presso i centri di Adraskan ed Herat gestiti dai militari dell\u2019Arma. In vista di una sempre maggiore autonomia nel\u00a0training \u00e8 stato inoltre lanciato un programma di formazione degli istruttori afgani.<\/em> La Task Force Grifo\u00a0della Guardia di Finanza ha contribuito alla formazione specifica dei quadri della polizia di frontiera e delle dogane, impegno di una certa importanza visto che la regione ovest presenta confini di migliaia di kilometri con l\u2019Iran e il Turkmenistan.<\/em><\/p>\n

L\u2019ottima riuscita della partnership con il 207mo Corpo d\u2019Armata dell\u2019esercito afgano \u00e8 stata facilitata dall\u2019opera dell\u2019Operational Mentoring and Liaison Team,\u00a0\u00a0l\u2019unit\u00e0 multinazionale a guida italiana che quotidianamente ha accompagnato in operazione e in addestramento tutti i battaglioni afgani schierati nell\u2019ovest del Paese. Un\u2019attivit\u00e0 analoga \u00e8 stata sistematicamente svolta dai Carabinieri del\u00a0Police Mentoring and Liaison Team nei confronti del comando del 606mo Corpo della polizia di stanza a Herat<\/em> Tutte le operazioni si sono avvalse dell\u2019apporto di velivoli ad ala fissa e rotante inquadrati in task force statunitensi, spagnole e italiane.<\/p>\n

Di notevole importanza \u00e8 stato il contributo della Joint Air Task Force (JATF) dell\u2019Aeronautica Militare e della Task Force Fenice dell\u2019Aviazione dell\u2019Esercito, che, mettendo in campo una grande gamma di capacit\u00e0, hanno prodotto centinaia di missioni di ricognizione, scorta, trasporto, aviolancio e osservazione.<\/em> Gli AMX e i Predator dell\u2019Aeronautica hanno giocato un ruolo di peso nella protezione dei convogli e nel contrasto alla minaccia degli ordigni improvvisati, mentre i Mangusta dell\u2019Esercito hanno svolto un compito essenziale nell\u2019appoggio alle truppe a terra, che sono state rifornite con regolarit\u00e0 grazie ai C130J della JATF e ai CH47 di Fenice, che con gli AB205 e 412 ha inoltre assicurato missioni di collegamento e scorta.<\/em> Il generale Claudio Berto ha ricordato il sacrificio dei dieci militari italiani caduti in Afghanistan negli scorsi sei mesi, rimarcando \u201cl\u2019intensit\u00e0 delle attivit\u00e0 operative e il valore aggiunto dell\u2019approccio italiano che coniuga con successo sicurezza e sviluppo, al servizio del popolo afgano nel processo di normalizzazione del Paese, senza trascurare le comunit\u00e0 e le aree meno avvantaggiate\u201d.<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

      E’ stato un passaggio di consegne tra alpini, quello di Herat. 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